Nel 1973 il professore Cantarella, direttore presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, nel cercare un manoscritto greco finito fuori posto, mise le mani su un quaderno che portava il titolo "I neoplatonici, per Aristeo di Megara, traduzione dal greco". Ma di Aristeo di Megara la letteratura greca è sprovvista, quindi non era una traduzione.
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Si trattava di un falso, ma di chi? Il mentito traduttore di un libro inesistente era L. Settembrini, ma una cortina di silenzio avvolse subito il manoscritto che venne censurato dai suoi allievi e dagli studiosi che pensavano che l'immagine di uno dei padri della patria, potesse rimanere offuscata da un libro che affrontava in maniera palese il tema dell'omosessualità.