Era un principe, ma la sua vera grande nobiltà era nel cuore che batteva in quel corpo di marionetta: che lo aveva reso sì famosissimo come "Totò", ma che aveva anche soffocato per tutta la vita l'uomo-Antonio De Curtis. Nelle sue poesie non ci sono le battute e le movenze che lo hanno reso celebre, ma c'è il mondo visto da dietro quella maschera.
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C'è la vita difficile degli esordi (e non solo), il successo, gli amori, le delusioni, la nostalgia. C'è Napoli, con la sua "lingua-madre", che non è però l'abusato "paese del sole", ma in un certo senso è il mondo. Perché quella di Antonio De Curtis è soprattutto una "poesia morale" - non moralistica - che nasce e parla al cuore degli uomini. Che crede nel bene e non sopporta la prepotenza. Che crede alla bellezza, e non rinuncia ad amare, seppure tra le amarezze inevitabili che la vita riserva ad ognuno. Finalmente una raccolta completa - con cinque inediti - rilancia e riscopre le poesie di Totò, riprese dalle "carte originali" da sua nipote Elena, insieme a Virginia Falconetti