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Sistema documentario territoriale Livornese.

Le provinciali

Pascal, Blaise

Studio Tesi 1991

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    15/04/2024
      

    A cosa fa pensare 'Le provinciali'?

    Ne ‘Le provinciali” (Einaudi 1956-2008) o ‘Le lettere provinciali’ scritte da Blaise Pascal a partire dal 1656, quello che può interessare a leggere con attenzione, non è tanto e solo del Pascal (1623-1662) della polemica tra giansenisti (sostenitori di un movimento religioso, filosofico e politico che proponeva un'interpretazione del cattolicesimo sulla base della teologia elaborata da Giansenio nel XVII secolo) e gesuiti - querelle che rivanga l’altra meno dottrinale e più esistenziale che attiene al dissidio tra possibilità e destino - in cui il filosofo si inserisce con uno stile illuminista, già in odore di tempi degni di una borghesia cosmopolita. Interessante è anche altro di quel che scrive Pascal. Restando nel campo del 'a cosa fa pensare questo libro?', in effetti la disciplina filosofica di Pascal, si esprime in questo libro con un tocco modernissimo anche per altri aspetti sorprendenti. Un esempio per noi di attualità è la sua posizione contraria ad ogni identitarismo, posizione sorprendentemente anticipatoria della condanna dell’intolleranza di chi, nel ‘600 come oggi, non considera l'esperienza dolorosa e di esclusione dell’Altro, e lo fa protestando contro quello che oggi chiameremmo il ‘politically correct’, avvalendosi di una idea di prepotente distorsione di libertà, rivendicanso una arbitraria ed ab-soluta libertà di espressione, prendendosi stupidamente beffe di quella nobile ipocrisia civile ed alta espressione di coscienza collettiva sul senso della verità, senza considerare, altresì, che si possa discriminare e perseguitare proprio in nome della verità quando essa radicalizzandosi si trasforma in abuso. In proposito, scrive Pascal ne 'Le provinciali: […] Non basta affermare cose vere; è altrettanto necessario non dire tutte quelle che sono vere, perché bisogna esprimere soltanto le cose che sia utile manifestare, e non quelle che ferirebbero soltanto senza portare alcun frutto; e perciò, come la prima regola è “parlare con verità, così la seconda è “parlare con discrezione”.
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