La maggior parte di noi ha un capo, oppure è un capo, o entrambe le cose. E siccome è sul lauoro che trascorriamo una buona fetta del nostro tempo, costruire dei rapporti ciuili e improntati al rispetto e alla collaborazione tra capi e sottoposti è essenziale peruna uita serena e ricca di soddisfazioni.
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Dopo lo straordinario successo del Metodo antistronzi, Robert Sutton ha deciso di concentrarsi sulla forma di stronzaggine più subdola e letale, quella che uà a braccetto con l'esercizio dell'autorità: è più facile essere un bastardo matricolato, quando si occupa la scriuania più grande. L'arsenale del cattiuo capo è praticamente inesauribile, dalle forme più sottili e crudeli di mobbing alla pura idiozia: nessuno uorrebbe auere un superiore come quel produttore di Hollijujood che licenziaua un assistente alla settimana perché «odia-ua essere guardato negli occhi», o come il presidente di quello studio legale per cui «contaua solo il guadagno, e al diauolo tutto il resto». Per fortuna Sutton cita anche le eccezioni, come quella dirigente che si incaricò in prima persona di trouare un nuouo impiego ai dipendenti che era stata costretta a licenziare, e si sforzò di farli lauorare fino all'ultimo giorno in un'atmosfera di fiducia e rispetto reciproco. Come riconoscere se il nostro capo è uno stronzo occasionale o uno stronzo patentato e, se necessario, come neutralizzarlo con successo? E se siamo noi a douer gestire un gruppo di lauoro, come riuscire a imitare i capi migliori, e a promuouere il bene dell'azienda e dei colleghi, oltre che il nostro? Testa di capo non è un arido manuale di management, e non pretende di fornire una formula magica per trasformare il luogo di lauoro in un paradiso: in queste pagine scopriremo che un buon capo è testardo ma non troppo, ha la mente aperta ma le idee ben chiare, è una persona decisa ma sa tenere sotto controllo la rabbia, temperandola con l'empatia. Sa quando è ora di ringraziare e di chiedere scusa, ma anche quando è necessario fare il «lauoro sporco» e liberarsi dalle mele marce. Non esiste una ricetta infallibile per trasformarsi nel boss migliore del mondo: Sutton ci insegna piuttosto che buoni capì si diuenta, con la dedizione e la tenacia, lasciandosi ispirare dai migliori e imparando dagli errori dei peggiori. Essere il capo significa assumersi la responsabilità non solo del rendimento dei sottoposti, ma anche e soprattutto del loro benessere psicofìsico: e i due fattori sono correlati, perché un dipendente felice è un dipendente più produttiuo. Sotto la guida di persone corrette, preparate e intelligenti, ciascuno di noi può dare il massimo, dentro e fuori dall'ufficio: e uiuere meglio.
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