I viaggi di Cesare de Seta sono controcorrente, perché condotti in maniera estremamente personale: vi si incrociano un girovagare reale e proiezioni immaginarie e oniriche; scrive l'autore nell'introduzione: «Viaggiare significa scoprire qualcosa che è dentro di noi».
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Gli itinerari di de Seta, descritti in resoconti di vent'anni di un navigare pittoresco, ci fanno incontrare spazi, luoghi, ambienti, architetture, residenze e ruderi di Anversa e Atene, Belgrado e Brasilia, Hannover e Lisbona, Londra e Napoli, Parigi e Palermo, Zurigo e Venezia, Spo-leto e Vienna, Roma e Spalato. Immagini, ricordi, curiosità storielle e urbanistiche innescano interrogativi sulla vita comunitaria. Così, anche l'appendice finale, dedicata alle fontane, si trasforma in affascinante indagine sulla civiltà deile acque.