Il libro respinge la chiave usualmente impiegata per interpretare i più svariati fenomeni estetico-artistici, poiché essa deriva prevalentemente dai sensi "egemoni" della vista e dell'udito.
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Un'analisi più attendibile di fenomeni di questo tipo non dovrebbe sottovalutare la presenza di fattori e significati variamente connessi anche ai sensi "subalterni" del gusto, dell'olfatto, del tatto. Vengono quindi proposti dei procedimenti interpretativi in cui tutti e cinque i sensi (dal momento che essi di fatto non funzionano isolatamente, ma determinano "percezioni associate", ossia "sinestesie") possano opportunamente essere chiamati in causa.
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