Cosa accomuna scrittura filosofica e pratica cinematografica? Quale tratto comune (della parola? O è invece un tragitto immaginativo?) tiene insieme l'una e l'altra? Forse è la dislocazione di un pensiero che Gilles Deleuze ha provato più volte a circoscrivere, in opere dedicate esplicitamente al cinema, come anche in lezioni, scritti d'occasione che facevano di questo tratto comune il punto d'approdo, già intravisto e sempre differito un poco più in là, del proprio saper interrogare. La comunanza tra cinema e filosofia si comincia allora ad istituire passando attraverso tutta una serie di tappe concettuali che sono anzitutto quelle di virtualità, intensità, sensibilità, segno, autorialità, volto, tempo. Ciascuno degli interventi qui presentati indaga tutte quelle formazioni concettuali in cui comincia, forse, a diventar chiaro quanto pensiero c'è nel percorso di una pellicola cinematografica e quanta cinematografia è già sempre costituita in pensiero.
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