Sentieri selvaggi ripropone il rapporto con l'America che abbiamo continuato a sognare, l'America che non abbiamo mai voluto dividere tra +vera e perfida;, +falsa e buona;, l'America dei film peggiori che si sono fatti amare piy dei film migliori di altri continenti cinematografici.
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L'America degli anni ottanta introdotti dalla furia del cacciatore, arroventati dal laconico stoicismo di Samuel Fuller, dal rutilante "infantilismo" di Steven Spielberg, dall'autodafi generazionale di Lawrence Kasdan, dal lussuoso citazionismo di Brian De Palma. E l'America degli anni novanta segnati dall'epica noir di Martin Scorsese e Oliver Stone, scompaginati dagli affondi di Spike Lee, cadenzati dalla contrapposizione tra lo slancio patriottico di Salvate il soldato Ryan e il cupo anarchismo di Fight Club. Gi` nella polemica introduzione che far` discutere, l'autore rilegge senza contraffazioni il proprio percorso di critico militante per porre uno spartiacque preciso tra diffidenze ideolo-giche e adesioni spontanee, pregiudizi politici e solidariet` morali, campagne mediatiche e gusti popolari. Cosl, attraverso un'imponente raccolta di recensioni, che spaziano dai classici d'autore ai prodotti di genere, rievocano registi celebri e modesti artigiani, coinvolgono blockbuster e flop memorabili, clamorose controversi culturali e imprevedibili svolte tecnologiche, uno degli americanisti piy autorevoli e appassionati squaderna in questi volumi una mappa vivida, dettagliata e originale degli ultimi vent'anni del secolo del cinema piy amato e odiato, mitizzato e sopportato, accanitamente indagato e banalmente frainteso, ma sempre, comunque, decisivo per l'evoluzione dell'immaginario mondiale.
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