È l'opera ultima di Carlo Lizzani, ed è racconto e memoria dei dieci anni di Neorealismo, cominciati con Ossessione di Luchino Visconti (1943), e vissuti in prima persona dal regista di Achtung! Banditi! (1951).
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L'imponente e bel volume, che avrebbe dovuto celebrare soltanto il cinema, celebra invece anche il regista romano, scomparso in un modo tragico il 5 ottobre scorso a 91 anni. A curare il libro, e l'omonimo documentario presentato lo scorso settembre alla Mostra del Cinema Venezia (è possibile acquistare a 90 euro anche l'edizione speciale con allegato il dvd del documentario), è infatti proprio Lizzani insieme al fotografo, produttore, scrittore e regista Gianni Bozzacchi.
A raccontare il Neorealismo e a dirne bellezza, potenza e rilevanza sono fotografie, locandine e testimonianze dei coprotagonisti e degli spettatori d'eccezione della storia. Così testimonia Bernardo Bertolucci: «Quando Rossellini, dopo vent'anni di telefoni bianchi, prende la macchina da presa e gira Roma città aperta per le strade, quando esce dai teatri di posa e gira per la strade, be', lì c'è una rivoluzione che influenza il cinema di tutto il mondo». E André Bazin aggiunge: «Con il Neorealismo cinematografico italiano nasce il cinema moderno».
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