Corrente filosofica, atteggiamento etico, prassi superficiale, prospettiva antropologica, dubbio e curiosità. Il relativismo può essere tutto questo, ma l'insieme di saggi che compone questo libro fa pensare in realtà a un'attitudine "umile" di accostarsi alla molteplicità delle culture, di opporsi alla dittatura dei solidissimi dogma e della verità indiscutibili.
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Gli autori, da Pietro Clemente ad Anna Maria Rivera, da Fabio Dei a Marco Aime, da Alessandro Simonicca ad Antonio Flavio Pierucci, da Teresina Bernardo ad Alessandra Guigoni, a Bruno Barba si accostano al "problema" del relativismo compiendo un viaggio nel tempo e nello spazio, incontrando popoli (dai Tupinambà cannibali alle femministe statunitensi); personaggi (da Wittgenstein a De Martino); principi (metodologico, filosofico, comparativo). Il relativismo appare così una maniera di pensare libera, disinvolta, controcorrente, dal fascino indiscutibile e ineluttabile; tuttavia capace, al contempo, di suscitare le domande e i dubbi più inquietanti sul futuro delle culture.